Continua il sostegno della Fondazione Romagna Solidale alle persone con diabete della Romagna, in particolare le persone più fragili e le loro famiglie, grazie al contributo al progetto di assistenza medica domiciliare che l’associazione Diabete Romagna porta avanti dal 2016.
L’assistenza medica domiciliare si rivela sempre più preziosa per la sua capacità di garantire una continuità di cura al paziente impossibilitato a raggiungere le strutture ospedaliere perché anziano, fragile o non autosufficiente, garantendo un’adeguata presa in carico e una supervisione costante, atta ad evitare scompensi nella gestione della malattia e conseguenti ospedalizzazioni, con importanti ricadute sulla salute psicofisica del paziente.
I medici diabetologi impiegati nel progetto, considerata l’eterogeneità clinica di questa categoria di pazienti, che possono avere una più o meno ampia dipendenza funzionale o aspettativa di vita, individuano le più sicure opzioni terapeutiche perseguendo un principale obiettivo: la migliore qualità di vita possibile e il mantenimento delle autonomie residue della persona.
“Durante la visita medica e nei successivi controlli, i nostri medici non si limitano alla valutazione tecnico-specialistica degli esami o dell’efficacia della terapia del paziente, ma si occupano anche di tutti quegli aspetti di counseling e promozione della qualità della vita”, afferma Pierre Cignani, presidente di Diabete Romagna. “La cura del paziente fragile con diabete, infatti, non può essere focalizzata soltanto sul controllo della glicemia, ma deve essere una cura integrale. Siamo profondamente grati a Fondazione Romagna Solidale, al suo presidente Arturo Alberti, a Antonella Scandroglio e a tutti i soci per aver creduto fin da subito a questo progetto ed essere un pilastro così importante per la sua crescita decidendo di sostenere i pazienti con diabete fragili anche nel 2024”.
“Per noi di Romagna Solidale la collaborazione con Diabete Romagna è molto importante perché sosteniamo quell’aiuto adeguato per ammalati in condizioni di bisogno che vengono così accompagnati in un cammino di riconquista della propria salute”, conclude Alberti.